L'isteria che attraversa i listini non ha lasciato indenne neppure le valute che, per antonomasia, sono tra le asset class più volatili. In questa fase di forte avversione al rischio sono state letteralmente prese di mira dalla speculazione. Così, se per il risparmiatore interpretare quello che accade in questo settore normalmente è già complesso, ora lo è ancor di più. Ecco perché in tutti i mercati sui quali non è facile avere informazione, è preferibile ricorrere a prodotti "assistiti". «Per rimanere sui fondamentali – spiega Massimo De Paola, a capo di Asset Management Julius Baer Sgr, – sposterei lo sguardo nel medio termine. E senza andare alla ricerca di valute esotiche mi concentrerei su quelle europee dove ci sono delle opportunità». Secondo De Palma buone opportunità sono legate alla corona norvegese e al franco svizzero. «La Norvegia è il terzo esportatore di petrolio, ha un surplus nella bilancia commerciale e nel suo budget. Insomma, parliamo della moneta di un'economia solida con buone prospettive, anche se nell'ultimo periodo è stata penalizzata perché legata all'effetto petrolio». Nel medio termine c'è poi il franco svizzero, valuta rifugio, per antonomasia, sostenuta in questa fase da un'economia svizzera che pare reggere meglio rispetto al quella europea. Per Luca Pierazzi, responsabile per l'Italia di East Capital, l'altra moneta da tener d'occhio è il rublo. «E non solo per come si è mosso – spiega – nell'ultimo mese (si è rafforzato contro l'euro). Se si guarda più in là si tratta di una moneta che si muove in un'economia ad alto tasso di crescita, in un territorio molto protetto. Grazie a forti riserve valutarie, la moneta è al riparo da speculazioni interne ed esterne. E per finire è in parziale correlazione con il prezzo del petrolio. Così se l'oro nero sale, anche il rublo ne beneficia».
Il che vuol dire – secondo Pierazzi – che per gli investimenti in equity e bond nell'aria Russia, il rublo potrebbe non essere un fattore da temere.